Scritti

 

Il lavoro istituzionale delle donne

 

Quello che è stato elaborato dal movimento femminista torna, come una verifica di realismo e di necessità, nell’osservazione del lavoro istituzionale delle donne. L’elemento chiave è «delle donne», cioè un «modo» del lavoro pubblico del tutto alternativo ai modelli maschili e maschilisti. Ma come si può meglio descrivere questo «delle donne» senza cadere nella retorica essenzialista della maggiore competenza relazionale, della maggiore disposizione al dialogo, della maggiore tendenza alla solidarietà piuttosto che alla competitività? L’elemento più specifico di questo «delle donne» sta nell’aver condiviso per secoli da un lato una posizione marginale, dall’altro un primato forzato nel lavoro di cura.

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Ricorrenze critiche del Servizio Sociale nel contrasto della violenza contro le donne

 

Quella dei Servizi Sociali è una realtà costituita prevalentemente da donne. Non solo perché la maggioranza di chi ci lavora è rappresentata da donne, ma anche perché chi si rivolge a essi sono per lo più donne. Madri, mogli, compagne, figlie; sia quando il bisogno è il loro, sia quando è di un familiare. È la ricorrenza del paradigma patriarcale della cura. Le donne, «costrette» tra le mura di casa da un’interpretazione della maternità che le vuole completamente dedite a questo compito, diventano le depositarie esclusive, e insostituibili, di tutti i compiti di accudimento – che per analogia passano dai figli, ai mariti, ai padri (e alle madri!) in età anziana, alla casa, ovviamente, che tutti li raccoglie – e delle qualità ideali che a essi vengono riferite: la disponibilità, la dedizione, la pazienza, l’amorevolezza. E gli uomini, che da questo compito recedono, fino alla delega pressoché completa, gli «amministratori unici» di tutte le qualità necessarie, in una logica dicotomica, a bilanciare i «rischi emotivi» di quelle attribuite alle donne: la severità, l’autorità, la fermezza, la normatività. Si tratta di un’operazione simbolica che separa artificialmente gli uomini dalle donne, sostituendo a capacità medesime una rappresentazione univoca e stereotipata delle loro caratteristiche: femminili quelle legate alla cura, maschili quelle legate alla norma. E nella stessa logica dicotomica e gerarchica, deboli e secondarie quelle femminili, forti e primarie quelle maschili.

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Corpi sessuati e corpi sessuali: prove erotiche di comunicazione

 

"Fare l’amore mi muove un gran coraggio. Quando lo faccio penso che sì, è già ora… ora di metterci insieme seriamente. Il corpo non ha incertezze, è la testa che mi frega".
Tra le molte contenute ne La camera ingombra, trovo questa testimonianza emblematica della nostra contemporaneità e della nostra cultura occidentale. Vi si esprime una tensione profonda, un impulso trasformativo, la percezione che cambiare è possibile e che il cambiamento può tenere insieme il pensare e il fare. Eppure racconta anche una scissione, quella contrapposizione corpo-mente dalla quale il nostro sistema di rappresentazioni sembra essere impossibilitato a liberarsi.
Il corpo intuisce, prevede, sa. La testa imbroglia, frena, diffida. Oppure il contrario. La testa previene, controlla, salva. Il corpo è mosso, si emoziona, tradisce. Che in fondo è la stessa cosa.

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Donne in movimento: una riflessione sul rapporto tra gender studies e migrazione

 

Fin dai suoi esordi l’epistemologia femminista è aperta ad accogliere la riflessione sulla migrazione e a offrirle un campo di articolazione libero da connotazioni discorsive culturalmente dominanti e stereotipate.
I gender studies sono, all’interno del femminismo, un approccio interdisciplinare nello studio della produzione delle identità e del rapporto tra soggetto/società/cultura. Essi sono caratterizzati da una forte impronta politica correlata, in particolare, ai processi emancipatori delle società post-coloniali e globalizzate.
La teoria dei “saperi situati”, così come formulata nei gender studies, pone al centro della conoscenza l’esperienza soggettiva, riconoscendo valore e dignità ai percorsi individuali, contro le pretese di validazione dei sistemi cosiddetti oggettivi e universali. Questa teoria configura uno spazio libero di espressione, nel quale ogni soggetto ha diritto di cittadinanza e infinite possibilità di ridefinizione.

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L'interrogazione dello stereotipo: un metodo possibile nell’educazione alla differenza e alla relazione di genere

 

Gli stereotipi del femminile e del maschile sono una delle più significative espressioni di quello che all’interno della riflessione femminista è stato definito l’ordine fallologocentrico, un sistema di rappresentazioni sostanzialmente teso a istituire e mantenere il potere di un genere sull’altro e la deprivazione della possibilità per l’uno e per l’altro di confrontarsi realisticamente e di ridefinirsi in una relazione di effettiva reciprocità.
Si tratta di uno dei sistemi di potere più pervasivi e subdoli, capace di esaltare talmente gli uomini da far perdere loro la misura, anche rassicurante, della propria finitudine e di idealizzare a tal punto le donne da sottrarre loro il diritto di raggiungere la propria pienezza se non a rischio di divenire incomprensibili e terrificanti.

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La salutare cura della differenza e della relazione contro la violenza incurante dello stereotipo: domande, scritti e testimonianze per un percorso emancipatorio

 

La cornice di questo intervento è da collocarsi in un orizzonte antropologico. Antropologica è, in parte, la mia formazione. Antropologia di genere in particolare, cioè quell’antropologia che studia le differenze tra mondo maschile e mondo femminile, sia nel confronto tra tradizioni culturali e stili di vita molto diversi e lontani tra loro, sia all’interno di culture più omogenee sebbene, essendo nel mondo globalizzato sempre più rara l’omogeneità (ma non certo la massificazione!), si debba parlare piuttosto di interculture che di culture. Nello svilupparlo utilizzerò La casa sul filo, uno strumento multimediale interattivo pensato in un’ottica femminista come supporto educativo nella prevenzione dei fenomeni di violenza contro le donne.

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La camera ingombra: tracce e percorsi di amori possibili

 

La camera ingombra si propone come strumento per l’educazione alla relazione attraverso quel particolare aspetto del confronto di genere che è la relazione intima e si rivolge, direttamente e indirettamente, a giovani (il target generazionale è tra i diciassette e i venticinque anni, il modello è quello autoformativo) come sollecitazione e sostegno a possibili percorsi di consapevolezza.
La metafora filo conduttore fa riferimento alla complessità del rapporto amoroso: il senso è quello dell’incombere sull’intimità della relazione di una quantità di presenze incomprese, di “ingombri”, che solo il coraggio di conoscere e di significare consapevolmente permetteranno di sciogliere, consentendo alla relazione di “liberarsi”, e di approfondirsi, e di esporsi... fino a diventare politicamente significativa.

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La scatola delle parole: un primo approccio all’italiano per persone analfabete nella lingua di origine

 

La scatola delle parole è uno strumento dedicato. E la dedica, a Khaddouj e a Fatna, è il principio dal quale si è sviluppata tutta la sua progettazione e l’attenzione che ha sostenuto la sua realizzazione.
Khaddouj e Fatna sono due donne, madre e figlia, incontrate nelle attività promosse dalla Commissione Mosaico. Marocchine, sono entrambe analfabete nella lingua di origine.
L’analfabetismo non è un problema astratto ma un’esperienza molto concreta. Si potrebbe definire una condizione, un modo di essere che intride completamente la vita di alcune persone. Non è solo un deficit culturale, e quindi socio-economico, e un evidente handicap (almeno nel confronto con culture alfabetizzate), ma anche una struttura dell’essere e del pensare che se non è intimamente avvicinata difficilmente potrà evolvere in percorsi di emancipazione dall’ignoranza sostenibili e significativi, ma finirà invece per generare per reazione la produzione di sovrastrutture dell’apprendere incapaci di diventare corpo - sostanza psicofisica e non solo apparato strumentale - di chi se ne serve.

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Tutte le mie pubblicazioni

La capacità di trasformare il mondo. Pratiche femministe di servizio sociale (a cura di), Settenove 2023

Sette giorni, Settenove 2020

La responsabilità della violenza. Un modello di intervento socioeducativo nel contrasto alla violenza contro le donne (a cura di), il Mulino 2019

Il gruppo specialistico violenza intrafamiliare di ASC InSieme. Pratiche di intervento socio-educative (contributo a lavoro di gruppo), in "La rivista del lavoro sociale", Erickson 2019

Sesso e Genere, in Primo Passo: Educare, Regione Emilia Romagna 2018, in https://www.youtube.com/watch?v=_riS-eS7OM4

L'interrogazione dello stereotipo, in Primo Passo: Educare, Regione Emilia Romagna 2018, in https://www.youtube.com/watch?v=algsO6hQa3A

La casa sul filo (seconda edizione), Commissione Mosaico, Regione Emilia Romagna, Città Metropolitana di Bologna, 2017, in http://lacasasulfilo.ascinsieme.it/

Servizi di welfare e Bilancio di Pari Opportunità: il caso di ASC InSieme, in “Autonomie locali e servizi sociali”, Il Mulino, Bologna 3/2013

Donne in movimento. Una rilfessione sul rapporto tra gender studies e migrazione, in “Africa e Mediterraneo”, Bologna 2/2013

Fare e pensare Servizi, in Generi Genesi Generazioni. Una rendicontazione sociale, http://bilancio.ascinsieme.it/index.php/content/view/b55d2481ee/introduzione

Uno sguardo antropologico sulle Politiche Sociali, in Generi Genesi Generazioni. Una rendicontazione sociale,

http://bilancio.ascinsieme.it/index.php/content/view/6b8cbc744e/note-metodologiche

Complessità e cambiamento. La posizione della politica, in G. Amodio e M. Ruggiero (a cura di), Incontri di Mondi. Saperi, luoghi e identità, Maggioli, Santarcangelo di Romagna 2011

Corpi sessuati e corpi sessuali. Prove erotiche di comunicazione, in C. Gamberi, A.M. Maio, G. Selmi (a cura di) Educare al genere, Carocci, Roma 2010

L'interrogazione dello stereotipo. Un metodo possibile nell'educazione alla differenza e alla relazione, in “Pedagogika”, Milano 1/2009

La salutare cura della differenza e della relazione contro la violenza incurante dello stereotipo. Domande, scritti e testimonianze per un percorso emancipatorio, Provincia e Comune di Bergamo 2008

Una proposta di lavoro sugli stereotipi, in Educazione alla cura e contrasto degli stereotipi, Comune di Firenze 2008

La scatola delle parole. Un primo approccio all’italiano per persone analfabete nella lingua di origine, Commissione Mosaico, Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna 2007

Gli stereotipi di genere e Identità di genere: parole chiave, in Chi lavora in casa tua?, Provincia di Arezzo 2005

Presentazione del volume Costruire la diversità e il dialogo con bambini e preadolescenti (a cura di Claudio Baraldi), La Mandragora, Imola 2005

La camera ingombra. Tracce e percorsi di amori possibili, Centro Documentazione Donna di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Regione Emilia Romagna 2005

Saperi di genere, Cd rom interattivo di un’esperienza di educazione alla differenza tra i generi condotto presso il VI Istituto Comprensivo di Bologna, Modena Formazione, Modena 2005

Dall’identità “divisa” all’identità “integrata”. Il confronto femminile – maschile nel processo di individuazione, in S. Sordelli (a cura di), Senza il bacio del principe. Differenze di genere e dipendenze patologiche, CEIS, Modena 2002

Differenze in relazione. Proposte educative per la scuola, Centro Documentazione Donna, Modena 2004

La casa sul filo. Identità differenza e relazioni di genere (prima edizione in cd rom), Commissione Mosaico e Regione Emilia Romagna 2001

La Regione Emilia Romagna contro la violenza alle donne, in “Autonomie Locali e Servizi Sociali”, Bologna 2/2001

Il valore delle differenze. Forum tra insegnanti e esperti della scuola, in “Iter”, Roma IV-12/2001

Identità e denaro, Commissione Mosaico e IRRSAE Emilia Romagna 2000

Maschile femminile e senso economico, in Donne e denaro. Atti del Convegno nazionale di studi, Modena 13 maggio 1998, Commissione Pari Opportunità della Provincia di Modena 2000

Il confronto femminile maschile nell’educazione alla reciprocità, Commissione Mosaico e IRRSAE Emilia Romagna 1999

Identità e differenze, in “Linea d’ombra”, Milano 9-10/1997

Alla scoperta della differenza. Proposta per un cammino dall’identità di genere all’interculturalità, in “Il paese delle donne”, Roma 6/1996

 

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